Un amico mi ha chiesto un favore, di scrivere qui un brevissimo racconto, il blog su cui scriveva ha chiuso, ma forse mancava un ultimo scritto…
Il bibliotecario camminava veloce, sovrappensiero, per le vie della grande città. Stringeva sottobraccio la sua borsa di cuoio, tornava da un corso per bibliotecari. Si sentì chiamare e si bloccò, si colpo, immobile. Quella voce la conosceva, ancora la sentiva, a volte, nei sogni. Si girò lentamente :”Ciao. Come stai?” Gli chiese una ragazza dai capelli scuri e lisci. Lui la guardò, stupito e le rispose :”Sto bene, grazie. Tu… non hai più i ricci…” Lei lo guardò piegando l’angolo della bocca in un accenno di sorriso :”No, non ho più i ricci… Un modo come un altro per essere diversa, per cambiare.” Il bibliotecario abbassò gli occhi e disse piano :”A me piacevano, quei ricci…” Lo sguardo di lei si fece un po’ triste :”Lo so, che ti piacevano, ma forse non abbastanza.” :”Sai che non è così.” Protestò lui. La voce della ragazza si fece un po’ più dura :”No che non lo so. Sei tu che hai lasciato il paese… – con la mano gli toccò il viso – Se potessi tornare indietro, lo rifaresti?” Lui coprì la sua mano con la sua e restò così per un attimo, prima di rispondere :”No, non lo rifarei. Con tutto il cuore, non lo rifarei.” Lei lo abbracciò, come si fa con i conoscenti che incontri di nuovo dopo tanto tempo, senza cercare veramente il contatto. :”Peccato – disse la ragazza, mentre si scioglieva dall’abbraccio – Che il tempo non si possa riavvolgere, come si fa con i film.” Si girò per andare via, ma ci ripensò e tornò a voltarsi, per chiedergli :”E Catamarò?” :”E’ diventata grande, si è iscritta all’Istituto Tecnico Nautico, la vedo al sabato e alla domenica, quando torna a casa e viene in biblioteca ad aiutare, insieme con i suoi genitori.” Lei sorrise :”Salutamela, tanto e dille che la ricordo e che le voglio bene.” Si avvicinò al viso del bibliotecario e vi posò un bacio, dolce :”Questo è per lei… ma anche un po’ per te. Cerca di continuare a stare bene, dai!” Si girò e se ne andò via, mentre lui si toccava la guancia e mormorava, tra sé e sé :”No che non starò bene… lo sai…”
Un amico che ha chiuso il suo blog? I racconti di barpiazza mi suonavano familiari…
Ciao! 🙂
Chiara
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Ciao Chiara… Strano vero? Ti mando un caro saluto.
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Bentrovato…
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🙂
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quel lasciarsi dietro…quei ricordi,quelle emozioni che fanno male e che difficilmente riusciresti ad ammettere
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E’ vero, sono un dolore in fondo al cuore, che spesso viene in superficie e ti fa mancare un po’ il respiro… Buona giornata e grazie.
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anche a te…qui piove,tutto si appanna e scorre via…
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Sì, qua si annuvola e pioverà… un po’ come mi sento ora…
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ti lascio le note di una canzone…che continuo ad ascoltare
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Tenero e malinconico insieme. Bravo. Isabella
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Grazie di nuovo… e la malinconia… ormai fa un po’ parte di me e del mio modo di scrivere.
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bello e con un velo sottile di malinconia…
Annamaria
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Grazie per il commento e l’apprezzamento. La malinconia c’è… è un po’ autobiografico, questo post.
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